“Bruna Zingana del cuore,
al chiarore della luna
vieni, abbrevia la distanza!”
da Il Giuoco del Barone
Il poeta
Già centosei anni sono passati dal 26 dicembre 1914: giorno in cui, nella città culla della cultura italiana, nasceva Alessandro Parronchi. E a Firenze l’artista trascorse l’intera esistenza passando alla storia come uno dei principali esponenti dell’ermetismo toscano. Gruppo in cui, tra gli altri nomi illustri, spiccano le figure dei conterranei Mario Luzi e Piero Bigongiari.
Un ermetismo, quello di Parronchi, dapprima incantato poi fortemente intimo, capace di trarre piacere dal potere della memoria dotata di una funzione consolatrice. Da qui deriva il continuo lavorio a cui l’artista sottopone le proprie poesie che non esprimono l’immediatezza dell’emozione, ma un meditato ricordare; e lo stile parlato, quasi confidenziale.
Parronchi storico e critico dell’arte
Ma l’intellettuale fiorentino non fu solo poeta, campo in cui esordì nel 1938 sulla rivista Frontespizio con il componimento Eclisse, introdotto da una nota di Carlo Betocchi. L’altro grande amore di Alessandro Parronchi, infatti, era la storia dell’arte. Non sono insegnò la materia, in cui era laureato, all’università di Firenze ed Urbino prima e all’Accademia delle Belle Arti di Bologna poi, ma scrisse anche numerosi saggi a riguardo, spaziando dall’arte rinascimentale a quella contemporanea.
Il Giuoco del Barone. In 9 o più colpi di dadi
Il Giuoco del Barone è l’opera prima del compositore Valentino Bucchi, su libretto di Alessandro Parronchi e prende spunto dall’omonimo gioco di società, variante toscana del Gioco dell’Oca.
L’idea venne ai due per merito dell’amico Franco Fortini. Una notte del 1936, infatti, il trio rincasava attraversando il Ponte Rosso che collega il centro di Firenze alla zona oltre il torrente Mugnone dove abitavano e, nel mentre, tra una chiacchiera e l’altra, Fortini sfidò i due a creare un’opera moderna su un soggetto popolare.
Nonostante il breve periodo impiegato per la redazione, ci vollero svariati tentativi per arrivare alla versione del testo presentato alla prima rappresentazione dell’operina da camera a Firenze, presso il Teatro Sperimentale di via Laura il 20 dicembre 1939. Tra il pubblico il successo fu straordinario e le recensioni dei giorni successivi, a partire da quella di Bruno Barilli, ne affermarono il definitivo trionfo.
Nel corso di tutto il Novecento poi Il Giuoco del Barone fu più volte ripreso da registi come Zeffirelli, Orselli e Vizioli fino a vincere, con la trasposizione dello spettacolo per radio, il Prix Italia, concorso radiofonico internazionale molto prestigioso.
Parronchi e le Edizioni San Marco dei Giustiniani
Il libretto di Alessandro Parronchi è ora riproposto dalla casa editrice nella collana dei “Libri Possibili” o singolarmente o nella raffinata versione per collezionisti visibile in foto con cofanetto, partiture, plancia di gioco disegnata da Guido Zibordi Marchesi e pedine. L’opera è curata da Marino Fuchs.