«Prendimi se mi vuoi, tienimi dentro,
restami intorno come una coperta.
Non lasciarmi da solo senza centro
come una stanza, una finestra aperta»
R. Held
La prima casa che ricordo l’aveva costruita il mio nonno. Il mio nonno faceva il maestro, infatti le fondamenta erano troppo basse e ogni tanto saliva dell’umidità. Però il mio nonno era il mio eroe, io quella casa ho sempre pensato fosse bellissima: aveva un angolo tondo, smussato, esterno e interno, quello che dava su un incrocio di vie. C’era un minuscolo giardinetto, attorno, quindi non era davvero per il traffico, mi dicevo da piccola, forse per la visibilità, però a me che quella casa si ritraesse un po’ dalla strada, vuoi per cura, vuoi per protezione, mi pareva di una gentilezza e di unicità, come pensiero, come mattoni, da conquistare. Noi stavamo al primo piano, ricordo una vasca azzurra e una cucina rossa, a scendere una scala ingombrante si arrivava dalla nonna. Me la immaginavo come un enorme guscio di lumaca, quella casa tonda un po’: a risalire la spirale c’era la…
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